
Andreea
classical wave, chanson alt-pop, piano
June 5th, 2024suno
Lyrics
Avrai visto ciechi
scolpire sguardi
con le mani e non
solo nella memoria.
Vorrei farti l’amore in un
orecchio.
A farti sentire tutto.
Della mia voce acrobatica
rifiuti il gesto,
passo che non attende mai la morte
nel consumo negato di uno sfiorarsi.
Io non so scrivere.
Io non so disegnare.
Io non so fotografare.
Prologo, scena madre, catarsi.
Il terzo tempo di Backhaus anticipa piacevolmente
l’invenzione della macchina da cucire,
il pianto derelitto di una prima lezione
di, piano.
Mappare uno studio
è un’estenuante meditazione sul nulla,
una rarefatta metafora dell’artista
nell’attesa rappante di arridere
una sola e conclusa idea. E sola
potrai mai perdonarmi
dove la costruzione di un muro demolisce?
Io non pensavo,
nello studio delle impronte
di toccarti le superfici interne d’appoggio,
ciò che volevi tu.
Sono qui, e sono qui.
Bloccati
e radunati
sul flesso di questa spalla,
giorni.
Attese.
Attendo, altitudine
come giacenza
quotidianamente corrotta e decurtata
appartenenza, appesa e falsa indifferenza.
Ma sono qui, resto e inquietudine
mentre ti circondo con la risposta
adesiva ai tuoi sogni ventilati e
ti farò l’amore
e di sole,
parole.
Ciò che ti piacerà di loro sai
non sarà un insano aspetto, ma l’idea.
Sono sempre le onde a raggiungerti volutamente
quando il vero viaggio non porta mai
il lontano solo vicino, veramente.
Morti, gli occhi aperti
sono ponti disabitati. Impermeabili.
Esiste sempre una sapienza nell’uso dei volumi,
e il volume dei miei occhi, il più alto
che abbia mai sentito.
Segui il verso e simile, stillicidio di un dito
traino e dirompente. Mobile
attenuante seguirà istinto e intelligenza
da scontare, freccia da assettare.
Ho imparato a piangere fuori tempo.
Io non vivo più
dove sei,
ma dove guardi tu.
Avremo solo un cielo semivuoto in comune
e un volo mancato per raggiungere,
aggiungere un mancarsi.
Un vicendevole destino esige sempre una partenza e io
sopravivrò solo nel tuo
lasciandoti
lo spazio liquido
di un intervallo finale:
essere presenti.
Antistante
la perfezione esiste, se si può raggiungere.
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